martedì 23 dicembre 2008

QUANDO I "MEZZI" FUNZIONANO A META'



Sono una pendolare.
Una di quelle persone che tutti i giorni spende due ore e trenta minuti del proprio prezioso tempo, viaggiando sui mezzi di trasporto pubblico di Roma, per raggiugere il posto di lavoro.
Ho deciso di scrivere questo post, non solo perchè oggi ho davvero raggiunto il limite della sopportazione, ma anche perchè un paio di giorni fa ho letto la notizia sconvolgente del povero 68enne investito da un'autista del Trambus, colto in stato "stupefacente". Una notizia terribile, vergognosa, sintomo dello sfacelo o della mancanza totale di supervisione e controllo della sicurezza per i lavoratori ed i "clienti".
Più di una volta mi è capitato di attraversare sulle strisce pedonali e di essere quasi INVESTITA da autobus di linea, guidati da autisti innnervositi, quasi fuori di sè che sottolineavano il loro disappunto con pittoreschi gesti da stadio.
Signori, qui siamo ai confini della realtà!


Ostia - Roma
Questo è il tragitto che faccio ogni mattina.
Mi reco alla stazione di Stella Polare di Ostia per prendere il treno che in quaranta minuti raggiunge la stazione di Roma Porta San Paolo, da cui si passa con un rapido cambio di binario, a prendere la metropolitana della linea "B" ( a detta dei viaggiatori, B in ogni senso), per scendere dopo quattro fermate alla effervescente stazione "Termini".

Sembra un tragitto semplice (e lo dovrebbe essere), tuttavia SE il treno non subisce ritardi, quello che accade abbastanza regolarmente, è che la metro si sovrapponga alle frequenze del treno (6/7 minuti contro 10 del trenino che arriva dal mare). Risultato?
Vagoni sovraffollati, difficoltà a smaltire l'enorme flusso di gente che si sposta verso il centro della città e gomiti stampati nello stomaco. Nervosismo, stizza e maleducazione dilagano nei vagoni ingrigiti della metro B, anche se vi assicuro che l'atmosfera raggiunge il suo apice ad Agosto, quando ci si trova allegramente compressi in posizioni se vogliamo poco cattoliche, SENZA aria condizionata ad affrontare quest'esperienza disumana.

Ora, io scelgo di usare il trasorto pubblico per due motivi: 1) abbattere la mia impronta di emissioni CO2 (su un tragitto medio di 8KM il treno produce circa 380gr di CO2 contro più di 1000 di una comune utilitaria).
2) non avrò mai il coraggio, la pazienza, nè tantomeno la follia sufficienti ad affrontare il traffico romano.

Eppure, visto il periodo natalizio, non vi nascondo che avrei piacere se Babbo Natale materializzasse un bel teletrasporto modello Star Trek, davanti all'ingresso di casa mia.

Quando FINALMENTE tutta la linea metropolitana e quella di collegamento Ostia-Roma sfoggiano dei magnifici tornelli per l'obliterazione del biglietto (installati niente popo' di meno che nel LONTANO 2007 - che vergogna!), si spera che il trasporto pubblico prenda la piega della risoluzione dei drammi quotidiani dei cittadini romani. Ma ahimè, sembra che non sia così.

Non solo è facile imbattersi nella maleducazione del personale, ma non mancano all'appello l'inefficienza degli stessi a gestire anche la più piccola anomalia (ad esempio una uscita di emergenza non allarmata da cui chiunque sprovvisto di biglietto può entrare), o l'ineguatezza a gestire dei malfunzionamenti tecnici.

Per farvi un esempio, ieri mattina (ma non era certo la prima volta), il treno è rimasto bloccato per circa venti minuti, tra la stazione di Tor di Valle e quella di Magliana, per poi raggiungere a stento quest'ultima ad una velocità di circa 10KM/h.

Durante questi indimenticabili e molto poco idilliaci momenti, nonostante il mezzo fosse tra quelli più moderni inseriti sulla linea che porta al mare, nessuno e ripeto NESSUNO si è degnato di informarci su cosa stava accadendo ed il motivo del ritardo del treno.
Eppure accanto ad ogni porta è ben visibile un altoparlante con cui credo ogni conducente stimabile, potrebbe comunicare con i suoi passeggeri. Ma niente, nulla, silenzio.
Ne deduco che i conducenti del Met.Ro. Roma sono selezionati strettamente ed esclusivamente in base alla loro timidezza.
Ho ceduto il posto ad una signora che non stava bene e nel frattempo un'onda di preoccupazione è dilagata nel mezzo: l'aria condizionata era stata spenta e poichè questi fantastici modelli CAF sono completamente sigillati (niente possibilità di aprire i finestrini), alcune persone si sono fatte prendere da dei serissimi attacchi di claustrofobia mista a panico.

Arrivata a Magliana ho deciso di porre fine alla mia sofferenza e, con qualche fermata di anticipo, sono scesa dal treno per andare a prendere il freezer che mi ha portata fino a Termini.
La metro era congelata ed in quel preciso istante ho rimpianto i mezzi londinesi, che mi hanno servita con orgoglio per quasi due anni, durante la mia permanenza nella città della regina d'Inghilterra.

A Londra, i mezzi di trasporto pubblico FUNZIONANO.
E non solo; i londinesi sono riusciti a creare un prodotto che oltre ad essere diventato un vanto, è anche simbolo della città.
I conducenti sono efficienti, professionali e portano le loro divise con orgoglio. Le metropolitane e gli autobus sono confortevoli, puliti, sorvegliati e caldi d'inversno e freschi d'estate. Non si verifica ritardo durante il quale il conducente non rassicuri i propri passeggeri su quanto sta accadendo, scusandosi terribilmente dell'inconveniente.

Proprio l'opposto di quanto accade nella città eterna.
E siccome sono arrivata al limite, faccio un appello al sindaco ed ai gestori trasporti pubblici perchè si affronti la questione al più presto.

Mi prendo anche la libertà di dare qualche suggerimento. Del resto il voice customer (insieme al customare care) è al centro di ogni prodotto di successo!

1) Professionalità: chi lavora nel trasporto pubblico dovrebbe dimostrare professionalità alla stregua di un lavoratore di un ente privato.
2) Cordialità: il personale dovrebbe dimostrare gentilezza e disponibilità verso i viaggiatori.
3) Comunicazione: il personale dovrebbe parlare LA LINGUA ITALIANA ed in forma sufficiente, LA LINGUA INGLESE
4) Il personale dovrebbe essere collaborativo nei confronti di tutti i lavoratori dello stesso settore ed aiutare laddove possibile, per accrescere le sinergie fra le diverse figure e migliorare così il servizio offerto al cliente.
5) Il personale dovrebbe essere a disposizione dei viaggiatori in difficoltà
6) Il personale dovrebbe portare la propria divisa...con orgoglio. Perchè il suo lavoro è essenziale al buon funzionamento di una intera città.
7) Il personale dovrebbe supervisionare ed intervenire laddove i viaggiatori non rispettassero i divieti in vigore sui mezzi o nelle stazioni di servizio.

Che i mezzi non restino "mezzi", ma funzionino per intero sia forse una questione di coscienza?
Un diritto?
Un profondo senso di civiltà?
un sogno impossibile?
In reltà a me basterebbe anche meno...vi giuro che ora mi accontenterei anche solo di un buongiorno o un buonasera del bigliettaio.

Del resto chi ben comincia......

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non c'è bisogno di commenti, se si considera poi che la "Mission" di Met.Ro. è la seguente :
"Assicurare il trasporto su ferro del sistema di mobilità integrato dell'Area metropolitana di Roma, garantendo il rispetto dei Contratti di Servizio per livelli di qualità, produzione, costi e sicurezza di esercizio, contribuendo allo sviluppo sociale ed economico del territorio, nel rispetto dell'ambiente e del sistema etico/valoriale adottato dalla Società."
Questi se la cantano e se la suonano........... Ci vorrebbero gl'insegnanti di una volta, con la bacchettata dulle dita di quelli che ci prendono per i fondelli...